Si dice che il pensiero sovranista, semplice e primitivo, parli alla pancia, alle emozioni viscerali. Ritengo che non sia vero. Per rispetto della pancia.
Per contro il pensiero raziocinante, profondo e lungimirante parlerebbe alla testa. Neanche questo è vero.
Se così fosse, le emozioni, condimento essenziale del Sé nell’homo sapiens, sarebbero collocate in una posizione bassa gerarchicamente, evolutivamente primitiva.
È anche questo un modo sovranista di intendere l’evoluzione umana.
Le emozioni sono peggiori dei pensieri logici? Più pericolose? Lo sterminio nazista non è forse stato frutto di una pianificazione logica e razionale?
Il Sé è un sistema integrato psicobiologico, una torta complessa alla quale partecipano componenti diversi ma dalla quale scaturisce un gusto unitario. Solo se la torta non è ben amalgamata e i suoi componenti non comunicano adeguatamente tra loro fa schifo.
Il pensiero sovranista è solo semplicemente sconnesso.
Emozioni e pensieri sono funzionalmente integrati. Dalla vita perinatale l’integrazione è prerequisito della salute e garantisce la comunicazione complessa tra organi e funzioni.
La sconnessione è prerequisito di patologia, individuale e sociale.
Né la pancia né la testa possono affrontare una pandemia, solo subirla.
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